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La Chiesa Ovidenia – Nella Caverna dei Pipistrelli (San Gregorio il Decapolite) – di Bistri?a

La piccola Chiesa Ovidenia è il più vecchio monumento storico nella Caverna dei Pipistrelli. Si pensa che la prima chiesa della caverna sia stata costruita alla fine del XIII-esimo secolo, rovinandosi nel XIV-esimo secolo, quando i monaci hanno abbandonato la caverna e costruito la chiesa Bolni?a, ai tempi dell’abate di Tismana.
La Chiesa Ovidenia è stata fondata tra 1633 e 1635, ma le ricerche più recenti hanno stabilito che è stata costruita allo stesso tempo con l’arrivo dei reliqui di San Gregorio il Decapolite al Monastero Bistri?a, nel 1497. Il fondatore della piccola chiesa è considerato l’abate Macarie, il cui ritratto votivo si trova sulla parete settentrionale, insieme a quello dell’abate Daniil, l’ultimo restauratore (1828, dopo quelle del 1609 e 1769). Altre restaurazioni sono state attuate negli anni 1944-1945 e 1977-1978.
La chiesa è stata costruita per servire sia da luogo di messa, che da “ripostiglio” del monastero. Vi sono state nascoste, ripetutamente, le reliquie di San Gregorio il Decapolite, i tesori del monastero e perfino quelli dei principi di quei tempi, quando il paese era in pericolo. A questo proposito, è stata costruita anche una nicchia, tra le mura della galleria cavernale e la parete occidentale della chiesa. L’ingresso nella chiesa, che si faceva tramite l’altare, veniva murato perche gli intrusi non lo trovino, dopo che i tesori vi erano depositati. Grazie a questo nascondiglio, si conservano fino ai nostri giorni tanti libri e ogetti di valore che rendono pregio ai musei d’arte dei nostri giorni.
La chiesa è costruita nella profondità di un filone che parte dalla galleria principale della caverna, in un punto nascosto a prima vista. Difficile da osservare, la chiesa è costruita parte in mattoni, parte scolpita nella parete della galleria.
Data la struttura della galleria, la chiesa non segue lo specifico delle chiese ortodosse: l’altare è disposto verso nord-ovest, il naos ha dimensioni ristrette (3 x 2,20 m), e nelle pareti laterali sono state scolpite delle firide che simulano le finestre.
La pittura, in stile bisantino, non si conserva molto bene, sia a causa dell’umidità nella grotta, che del afflusso turistico. Tenendo presente l’anno della fondazione, si può credere che sia l’opera degli stessi pintori che hanno dipinto anche la Chiesa di Bolni?a (Dobromir e i suoi discepoli Dumitru e Chirtop).

Pagina realizzata dall’Associazione Kogayon, in un progetto finanziato
dall’Amministrazione del Fondo per l’Ambiente e cofinanziato dal Corpo Forestale dello Stato Romsilva

Pagina tradotta da Daniela Sargu e rivista da Antonio Saccone.